L’Italia può risalire dal degrado morale ed istituzionale a cui è arrivata?
Dovrebbe essere chiaro a tutti che il Presidente del Consiglio, nonostante il disonore che arreca alle Istituzioni, non intende dimettersi dall’incarico. Dovrà esservi costretto o da un voto palese di sfiducia del Parlamento (cosa improbabile visto il livello morale e culturale dei suoi membri) o dal suo arresto.
Spontaneamente non si dimetterà perché, mentre non gli interessa il decoro o il bene del paese, sa bene che dovrà resistere fino alla fine per salvaguardare i suoi coinvolgimenti personali.
Ma la Nazione – in fiduciosa attesa della sua cacciata dal “potere” – deve prepararsi ad affrontare una vera emergenza democratica che ha investito tutte le sue strutture politiche ed amministrative.
Vi è l’urgenza di invertire il corso del degrado morale che, in verità, viene da lontano e non può ascriversi solo alla classe politica, ma in buna parte, come scrive Piero Ottone su “La Repubblica” del 20 gennaio 2011, alla immaturità del paese.