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Il messaggio delle parabole di Gesù secondo Joachim Jeremias

Joachim Jeremias (nato a Dresda il 20 settembre 1900; morto a Tubinga il 6 settembre 1979) era un teologo che dal 1935 ha insegnato all’università di Gottinga.

I suoi studi sono rivolti in particolare alla ricostruzione dell’ambiente e della vita di Gesù. Nel libro “Le parabole di Gesù” (la prima edizione è del 1947 e l’ultima, la settima, interamente rielaborata, del 1967). Posteriore agli studi di A. Julicher e Ch.H. Dodd, il lavoro dello Jeremias segna l’ultimo grande momento della storia della ricerca sulle parabole evangeliche. Mostrando doti di grande equilibrio e minuziosa acribia, il celebre neotestamentarista di Gottinga – sempre teso alla ricostruzione della ipsissima vox Iesu – mostra come sia possibile risalire alle concrete situazioni della vita di Gesù in cui le parabole vennero pronunciate, consentendo così di comprenderle nella loro originaria immediatezza. Dall’ultima edizione del 1967, Paideia Editrice Brescia, mi sembra interessante proporre alcune righe.

“”Molte parabole, sia pure sotto figure diverse, esprimono un pensiero unico ed identico; alcune differenziazioni che si è soliti fare sono secondarie. Gesù non si è stancato di inculcare i temi centrali del suo messaggio con figure sempre nuove. Tutta la sua predicazione in parabole (nel senso più ampio della parola aramaica mathla) si può, pertanto, riassumere in dieci gruppi che sono;
1) Presenza della salvezza
2) La misericordia di Dio verso i peccatori
3) La grande certezza
4) L’imminenza della catastrofe
5) La minaccia del “troppo tardi”
6) L’imperativo dell’ora
7) Adesione vissuta
8) La via della passione e la rivelazione della gloria del Figlio dell’uomoù
9) Il compimento
10) Azioni con intento di parabole”
Se tentiamo di ritrovare il suono primitivo delle parabole, una cosa diverrà chiara innanzitutto: tutte le parabole di Gesù costringono l’uditore a prendere posizione verso la sua persona e il suo messaggio. Esse sono infatti tutte colme del ‘mistero del regno di Dio’ – vale a dire della certezza della ‘escatologia realizzantesi’. L’ora del compimento è qua, questa è la loro nota fondamentale. Il potente è disarmato, le forze del male debbono cedere, al malato giunge il medico, i lebbrosi sono mondati, il grande debito viene rimesso, la pecorella smarrita è ricondotta all’ovile, la porta della casa paterna si apre, i poveri e i mendichi sono chiamati alla mensa, un padrone infinitamente benigno paga tutta le mercede, la grande letizia invade i cuori. E’ sorto l’anno di grazia di Dio, poiché è comparo Colui, la cui occulta maestà traluce dietro ogni parola ed ogni parabola, il Salvatore””.


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